Ai margini della Provincia, alla periferia del Regno...

Questa era definizione della nostra vallata sotto il regno borbonico. Una situazione in cui  le vie di comunicazioni tra i grossi centri urbani della provincia ed il territorio erano assenti. A distanza di quasi due secoli la situazione nella nostra provincia è nettamente migliorata, ma l’area dell’alta valle del Fino avverte pesantemente il disagio dell’isolamento, che non riguarda solo le vie di comunicazioni stradali. Il nostro è un isolamento stradale, economico, informatico, turistico.

Alcune strade come la S.S. 81, la ex S.S. 365 e la S.P. 34, che furono realizzate sul finire del 1800, mostrano tutti i limiti della concezione di viabilità dell’epoca, le nuove non si discostano di molto dalle precedenti. I collegamenti con i caselli autostradali della A24(Basciano) e della A14(Pescara Nord, Pineto e Roseto) e l’autoporto di Roseto sono poco adatti ai moderni mezzi di trasporto su gomma: tutti gli insediamenti industriali di Castilenti, Castiglione M.R. e Montefino ne pagano le conseguenze con maggiori costi di trasporto e spedizione. Sin dagli anni settanta si parla di una strada transcollinare, una via di comunicazione che dovrebbe risolvere i problemi di viabilità della fascia collinare. Circa due anni fa il presidente Chiodi ha firmato un protocollo d’intesa con le Marche ed il Molise per la realizzazione di un corridoio europeo transcollinare interregionale: questo è il progetto, a quando la realizzazione?

Nonostante la situazione di forte disagio, negli ultimi decenni del secolo scorso, si è verificato una fase di progressiva industrializzazione che ha portato un netto miglioramento del reddito procapite.

La nostra zona ha però pesantemente pagato le conseguenze per la perdita dei benefici derivanti dall’uscita prima dal cosiddetto Obiettivo 1 e poi dall’Obiettivo 2 (87/3c): su questo è da stigmatizzare la scellerata decisione dei nostri amministratori provinciali e regionali che nel decennio scorso hanno decretato l’esclusione della nostra zona dai contributi per gli insediamenti industriali, favorendo invece i comuni limitrofi ai caselli autostradali di Città S.Angelo e Mosciano S.Angelo. Se tutto questo si aggiunge alle periodiche crisi industriali, che già si sono verificate nel settore mobiliero prima e tessile poi che hanno condotto alla chiusura degli opifici, si capisce come l’attuale grave contingenza del settore metalmeccanico probabilmente non avrà un esito migliore.

In un mondo globalizzato dove si parla di autostrade informatiche e banda larga, nei nostri comuni le comunicazioni hanno ritmo decisamente slow, nell’universo informatico ci muoviamo con una preistorica zattera a 56kbit: nonostante i progetti futuribili subiamo pesantemente il cosiddetto digital divide.

Questo isolamento per molti versi ci ha penalizzato ma, come contropartita,  ha preservato il nostro territorio che è rimasto incontaminato: potrebbe essere una notevole ed inesauribile fonte di reddito per il futuro della vallata. Se alle bellezze naturali si affiancasse una rete che colleghi le opere d’arte custodite nelle chiese, i palazzi patrizi, i monumenti nella valle del Fino si potrebbe costituire un museo diffuso  che varrebbe da notevole attrattore per il turismo. Le strutture ricettive diffuse sul territorio costituite da agriturismi, bad&breakfast potrebbero confluire in una rete ovvero un albergo diffuso e soddisfare quindi in maniera efficace  la domanda di turismo. Dobbiamo far tesoro degli esempi di altre aree che hanno saputo promuovere il loro territorio ed i loro prodotti: la valorizzazione e la promozione dei nostri prodotti agroalimentari devono andare oltre le manifestazioni folkloristiche. Si deve creare un progetto unico che permetta di riunire il tutto in un marchio che rappresenti e identifichi la nostra valle e che al contempo permetta ai privati di sviluppare le eccellenze dei singoli prodotti. Il costituendo Distretto Rurale potrebbe avere un ruolo importante in questo progetto che avrà  futuro solo se riuscirà a promuovere la tipicità e a conservare la qualità.   

Dott. Ernesto Piccari