Pubblicato Sabato, 28 Ottobre 2023
Scritto da Santino Verna

CENTENARIO DELLA NASCITA DI CLETO DRACONTE

Amabile conversatore, grande meccanico:
una bella figura della nostra città

Nel 1923 nasceva Cleto Draconte, uno dei contradaioli di Capo d’Atri, a Isola del Gran Sasso. Gli fu imposto un nome non molto diffuso, di origine greca, corrispondente ad uno dei primi Pontefici della Chiesa. Da giovane partì per il Venezuela, come diversi abruzzesi, ed esercitò la professione di fabbro-meccanico. Sposò Ilde Orlandi, sarta di Capo d’Atri ed ebbero un figlio, Estefanino Walter, battezzato e registrato secondo la consuetudine del paese latinoamericano di più nomi spagnoli. Con la famiglia visse ancora in Venezuela.

Tornato in patria, si trasferì a Pescara, nei pressi di Viale Bovio, porta settentrionale del centro cittadino, e continuò l’attività di meccanico. Uno degli avvenimenti più emozionanti vissuti nella città adriatica, la visita di S. Paolo VI, nel 1977, a conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale. Cleto era uomo di fede, un po' goliardico, sempre con la battuta pronta, eseguita con la mai abbandonata cadenza isolana.

Collocato in pensione, si trasferì con la moglie Ilde, ad Atri, nei pressi dell’oratorio della Trinità, custodito fino agli ultimi anni della lunga vita dalla suocera Emilia Sardella, esercente di una delle tantissime botteghe di generi alimentari del centro storico. E proprio nella bottega di Emilia, chiusa nel gennaio 1986, Cleto impiantò il quartier generale, proseguendo l’hobby di ferramenta e meccanica, senza tralasciare la riparazione dei velocipedi. Quando poteva andava a Pescara, in automobile o in corriera, a dare una mano ad un meccanico, perché non poteva stare fermo.

Durante il periodo di Natale, l’addobbo esterno dell’appartamento dal quale si gode un’incantevole veduta della città dei calanchi, era una lunga striscia azzurra, a corredo della decorazione più tradizionale, dei cognati Gina e Domenico Astolfi, ovvero luci colorate con elementi floreali. In quella stringa monocolore che illuminava una piccola parte di Via Trinità, evocazione del Paese transoceanico, c’era tutto l’affetto di Cleto per il Venezuela che lo aveva accolto quando era giovane.

Sportivo, con la passione della bicicletta, Cleto amava la lettura. Aveva scoperto, grazie al figlio Walter, laureato presso il DAMS di Bologna, la “Divina Commedia”. Amava programmi televisivi culturali e uno dei volti preferiti del piccolo schermo era Vittorio Sgarbi. Cleto qualche volta parlava pure di politica, ma riusciva a condire la conversazione sempre di piacevoli riflessioni, senza appesantire il discorso.

Con il passare degli anni e i problemi di salute, lasciata la guida dell’utilitaria e appesa al chiodo la bicicletta, Cleto era rimasto il buon conversatore di sempre. Partecipava ogni domenica, con la moglie, alla S. Messa in S. Nicola, e alla Trinità, quelle rarissime volte dell’anno in cui vi erano celebrazioni, a differenza di questi ultimi anni.

Concluse la giornata terrena nel 2010, raggiunto dall’amata moglie Ilde, lo scorso anno, e il suo corpo riposa nel camposanto di Atri.

SANTINO VERNA