RICORDO DELL’ABATE GIUSEPPE NATOLI

Un grande pescarese, un sacerdote
di cultura e di profonda umanità

Nel giorno della Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti, ha concluso la giornata terrena l’Abate Giuseppe Natoli, Parroco emerito della Cattedrale di S. Cetteo di Pescara. Nonostante le non perfette condizioni di salute continuava a lavorare nell’arcidiocesi di Pescara-Penne.

Nato a Guardiagrele nel 1937, fu ordinato sacerdote nella vigilia dei SS. Pietro e Paolo del 1964. Segretario dell’Arcivescovo Mons. Antonio Iannucci, fu Parroco di Torre de Passeri. Nel 1986 Mons. Iannucci, da poco Metropolita di Pescara-Penne, con la modifica della dicitura della diocesi, lo nominò Parroco di S. Cetteo nella città adriatica, subentrando a Mons. Amedeo Di Nizo, Vicario-Generale per l’aspetto pastorale e a Mons. Pasquale Brandano, nella veste di Abate, evocazione dello sgargiante passato benedettino in Abruzzo, quando la Chiesa Madre di Pescara (oggi P. Nuova), l’antica Santa Gerusalemme, era sotto la giurisdizione dei monaci.

Don Giuseppe, psicoterapeuta e sacerdote di grande cultura, è stato Presidente del Rotary Club pescarese. Fu nominato anche Canonico della Cattedrale. Amico del Prof. Paolo Benimeo, pennese di nascita e pescarese di adozione, per tanti anni Preside della s.m.s. “Felice Barnabei” di Atri, prima dell’accorpamento con la dirimpettaia “Ariodante Mambelli”, l’Abate Natoli fu presente il 13 maggio 1995, all’inaugurazione dell’aula magna “Salvo D’Acquisto”, nel plesso scolastico con eponimo l’archeologo di Castelli. Era presente a tanti momenti di vita culturale pescarese, anche con l’organizzazione della Prof.ssa Stevka Smitran, poetessa e slavista, docente all’Università degli Studi di Teramo e referente per la cultura nella Fondazione “Pescarabruzzo”.

L’Abate Natoli fu legato ai Cavalieri del Santo Sepolcro e volle legare la storica istituzione alla Cattedrale di Pescara, con il simbolo impresso sulla facciata del Bazzani. Sacerdote compito e autorevole, sapeva con discrezione e fermezza dispensare consigli, e raccomandava la preghiera come medicina.

Nel 2012, l’Arcivescovo di Pescara-Penne Mons. Tommaso Valentinetti ne accolse le dimissioni, e gli subentrava il Parroco della vicina S. Luigi, Mons. Francesco Santuccione, anche lui segretario di Mons. Iannucci. La nomina sollecitava la sinergia tra le due Parrocchie a destra del fiume, considerato lo spopolamento della cittadella dannunziana, con uffici e negozi al pianterreno e case dotate di tante stanze e pochi residenti. Don Giuseppe abitava nella sua casa a Pescara Centrale, non lontana dalla Chiesa dello Spirito Santo.

Il Signore lo ha chiamato nel giorno in cui tutta la Chiesa eleva la preghiera al Padre Celeste per i defunti, coloro che hanno terminato la funzione davanti agli uomini e ne hanno cominciata un’altra al cospetto di Dio. E nel giorno saldato con la solennità di Ognissanti, tanto sentita nella Cattedrale di Pescara, per la presenza della Pro Sanctitate, uno dei tanti movimenti della Chiesa germogliati dal Concilio Vaticano II, di cui Don Giuseppe è stato uno dei profondi sostenitori.

SANTINO VERNA